Il colloquio di lavoro quasi volge al termine e, prima di salutarti, il recruiter ti chiede qualcosa sulla falsariga di: “Hai qualche domanda per me?”
Specialmente se sei al primo colloquio di lavoro, l’idea di interrogare la persona preposta a esaminare la tua candidatura potrebbe farti sentire in impaccio, ma non c’è bisogno di entrare nel panico: questo momento può essere di vitale importanza per te, per capire se l’azienda fa davvero al caso tuo e si allinea alle tue aspettative, ma anche per dimostrare al recruiter il tuo interesse per la posizione lavorativa offerta, e per l’azienda in generale.
È importante ricordare che la buona riuscita di un colloquio di lavoro dipende da tanti fattori che non possono ridursi al quanto la tua esperienza pregressa aderisca al ruolo per il quale ti candidi. Molto dipende anche da come ti prepari ad affrontare il colloquio, e non mi riferisco alla camicia che scegli di indossare la mattina dell’incontro!
La preparazione comincia ben prima: potremmo forse identificarla con il momento, diverso per tutti, in cui inizi a provare una leggera ansia o preoccupazione, in cui il tuo stato emotivo si agita e non puoi fare a meno di chiederti come andrà e cosa puoi fare per dare il meglio di te. Per ognuno di noi questa sensazione arriva in momenti diversi: che si tratti di una settimana, un giorno o un’ora prima del colloquio, l’importante è che tu sia in grado di gestire l’agitazione. A tal riguardo, credo che il mio articolo su come gestire l’ansia da prestazione possa esserti d’aiuto.
Ma torniamo a noi!
Dicevamo: esiste, dunque, una domanda appropriata da porre, che non suoni scontata e che ti faccia fare buona impressione o che ti aiuti a chiarire alcuni dubbi?
La risposta, ovviamente, è sì: più di una, in effetti!
Ti lascio di seguito alcuni esempi di domande dalle quali puoi lasciarti ispirare: che tu sia una persona dalla predisposizione ricettiva o espressiva, questo articolo ti tornerà sicuramente utile per arrivare più tranquillo e preparato al tuo prossimo colloquio!
Poni domande specifiche sulla posizione lavorativa per la quale sei candidato:
- Quali sono, secondo l’azienda, le capacità e l’esperienza che dovrebbe avere il candidato ideale per questo ruolo?
- Quali caratteristiche ritiene siano indispensabili per ricoprire questa posizione?
- Quali sono le capacità di cui il team scarseggia e che questa nuova assunzione andrebbe a colmare?
- Quali sono le più grandi sfide con cui deve misurarsi qualcuno che ricopre questa posizione?
- In che modo questa posizione contribuisce all’azienda?
Informati sulle possibilità di crescita all’interno dell’azienda:
- Quali sono le opportunità di crescita e apprendimento a disposizione dei dipendenti?
- Ci sono opportunità di crescita lavorativa/promozione all’interno dell’azienda?
- I dipendenti che hanno ricoperto in passato questo ruolo che posizione ricoprono ora all’interno dell’azienda?
Inquadra le aspettative di produttività che l’azienda ha rispetto al ruolo per il quale ti candidi:
- Quali sono i traguardi che vorreste vedermi raggiungere nei primi 30, 60 e 90 giorni, nel caso in cui venissi assunto per questo ruolo?
- Quali sono le aspettative di performance per questa posizione nei primi 12 mesi dall’assunzione?
- Quali sarebbero le metriche e gli obiettivi con i quali misurereste la mia performance?
Mostra interesse per la cultura aziendale della quale aspiri a far parte:
- Qual è la procedura tipica di integrazione dei nuovi assunti? (specialmente importante se si tratta di una posizione lavorativa da remoto!)
- Cos’è che generalmente stupisce i nuovi dipendenti, quando iniziano a lavorare per questa azienda?
- Esiste del materiale che posso leggere prima di iniziare a lavorare in questa posizione, che possa aiutarmi a integrarmi meglio con i miei colleghi?
- Quali sono gli obiettivi su cui la compagnia è focalizzata al momento? E in che modo il team di cui andrò a far parte contribuisce al raggiungimento di questi?
- Quali sono le iniziative che questa azienda mette in pratica per sostenere i core values su cui si basa?
Domande da porre prima di congedarsi dal colloquio di lavoro:
- Quali sono i prossimi passi nel processo di assunzione?
- C’è qualcosa che non le ho chiesto e che invece ritiene sia importante che io sappia?
- C’è qualche punto riguardo le mie qualifiche che ritiene poco chiaro e che posso approfondire per lei in questa sede?
- C’è altro che posso fornirle che potrebbe venirle in aiuto nel valutare la mia aderenza al ruolo per cui sono candidato?
Come avrai capito, uno degli obiettivi nel porre questo tipo di domande è quello di far percepire l’interesse che hai nei confronti dell’azienda e della posizione nello specifico: puoi notare infatti che sono state escluse dall’elenco domande più scontate come “quali sono i valori dell’azienda?” o “quale sarà il mio compenso economico?”, nonostante siano informazioni sulle quali è più che legittimo indagare.
Tutto sta nel capire il momento appropriato per porle: il recruiter si aspetta, probabilmente, che tu conosca per una certa misura l’azienda per la quale stai esprimendo interesse (o che abbia almeno fatto una ricerca su Google prima del colloquio) per cui dovresti già essere a conoscenza della vision e dei valori su cui si basa; dall’altra parte, se non viene affrontato l’argomento del compenso a fine intervista, probabilmente l’azienda prevede un periodo di contrattazione più in là nel processo di assunzione, e cercare di premere sull’aspetto economico potrebbe metterti in cattiva luce (purtroppo alcuni recruiter e alcune aziende hanno ancora un bias in proposito, quindi dovrai fare buon viso a cattivo gioco!).
Se l’idea di porre delle domande durante un colloquio ti mette a disagio o ti sembra un’impresa erculea, probabilmente hai bisogno di lavorare un po’ sulla tua ansia da prestazione (ti linko nuovamente l’articolo in proposito, nel caso te lo fossi perso!), oppure la tua predisposizione neurofisiologica ti limita nell’espressività.
Non c’è nulla di male nell’essere più ricettivi che espressivi, ognuno è unico a modo suo. Ma il cambiamento è sempre possibile: con un po’ di allenamento e di esercizio puoi imparare a conoscerti meglio e a spingerti oltre la tua zona di comfort.
In proposito, ti lascio due articoli che potrebbero fare al caso tuo:
E se in questo percorso avessi bisogno di aiuto, scrivimi: parliamo di come riconoscere i tuoi talenti e come sfruttarli in vista del tuo prossimo lavoro!