Possiamo definire con certezza lo stress come la patologia del secolo: questi ultimi due anni ce l’hanno dimostrato in modo schiacciante.
Questo, però, non vuol dire che dobbiamo darci per vinti: lo stress fa parte della vita, è naturale, ma esistono anche tecniche per mitigarlo e fare in modo che non impatti sulla nostra salute, la nostra serenità o i risultati che ci prefiggiamo di raggiungere.
Voglio dunque condividere con te una sorta di vademecum, delle “istruzioni per l’uso” che ti aiutino ad affrontare questo periodo di lavoro intenso, complesso, dinamico e mutevole.
Come funziona lo stress?
Conosciamolo un po’ più da vicino, questo stress.
Esso si sviluppa in tre fasi diverse: la percezione, l’eccitazione emotiva (con la conseguente risposta fisiologica) e la reazione corporea ed emotiva.
Per capire come funziona lo stress e come impatta il nostro corpo e il nostro stato emotivo, vediamo come si articolano queste fasi.
La percezione dello stress
Gli stressor (i fattori che causano stress, che possono cambiare da individuo a individuo) vengono recepiti dalla corteccia cerebrale, la parte del cervello responsabile del giudizio, del processo decisionale e di altre funzioni superiori.
Il cervello di ognuno interpreta questi stimoli in base a diversi fattori strettamente correlati all’identità e al neuro design dell’individuo: la personalità, gli stili comportamentali, i valori, le credenze, le norme, gli atteggiamenti.
Questo vuol dire che fin dalla primissima fase, l’esperienza stressante acquista forme diverse: ciò che stressa me, potrebbe non stressare te, e viceversa.
L’eccitazione emotiva e la risposta fisiologica
Dopo la percezione, la fase successiva dello sviluppo dello stress è l’eccitazione emotiva, che ha il compito di innescare l’attività del sistema limbico, la parte primitiva del cervello, sede di emozioni come rabbia, paura e le loro derivate (ad esempio, insicurezza e preoccupazione).
L’eccitazione emotiva attiva a sua volta una risposta fisiologica, che si manifesta con la stimolazione del sistema nervoso autonomo e delle ghiandole endocrine, che versano le loro secrezioni (gli ormoni) direttamente nel flusso sanguigno.
Gli ormoni sono sostanze chimiche, ed è necessario che vengano prodotte in quantità ottimali affinché il corpo funzioni normalmente: un eccesso o un difetto di queste sostanze può portare a una varietà di disturbi patologici.
Il sistema nervoso autonomo, costituito dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, fa a sua volta parte del sistema nervoso centrale e regola il funzionamento degli organi vitali.
I sistemi simpatico e parasimpatico, invece, regolano rispettivamente la spesa energetica e la conservazione dell’energia: quando questi si “scompensano” a causa di livelli inappropriati di ormoni, il nostro corpo risponde attraverso reazioni corporee o emotive, per sfogare l’energia in eccesso.
Le reazioni corporee o emotive
Quest’ultima fase del processo di funzionamento dello stress si evidenzia tramite risposte fisiche o emotive dell’individuo, che variano dalla tensione dei muscoli della schiena, del collo, della mascella, a comportamenti irascibili o di isolamento.
Tutte queste reazioni, sono sintomi di un possibile “attacco da stress”.
Lo stress e la personalità
Tra gli anni ‘50 e ‘70, due cardiologi americani, Friedman e Rosenman, osservando i comportamenti dei loro pazienti in sala d’attesa, ipotizzarono una correlazione tra la personalità e la predisposizione a malattie cardiovascolari.
Confermarono poi la loro teoria attraverso uno studio che sottoponeva alcuni pazienti cardiopatici a un test della personalità, scoprendo che gli individui che presentavano la personalità da loro chiamata di tipo A accusavano maggiormente stati di stress generalizzato che portavano, spesso, a condizioni di affaticamento cardiaco più o meno gravi.
Io ovviamente non sono un medico e quindi non sono qui per diagnosticarti nulla: ritengo comunque molto interessante questa scoperta nelle sue implicazioni neuroscientifiche!
Se sei curioso di capire se rientri nella personalità di tipo A o in quella di tipo B, puoi trovare qui il questionario: QUIZ: Personalità di tipo A o di tipo B?
Lo stress a lavoro: stressor e rimedi
Il tuo obiettivo per soffrire in minor misura lo stress, che tu ti ritrovi nella personalità di tipo A o meno, deve essere quello di modificare il tuo comportamento a riguardo, o addirittura di implementare abitudini totalmente nuove.
E l’unico modo efficace per implementare un nuovo comportamento o modificarne uno esistente si racchiude in una specifica clausola: i benefici del cambiamento comportamentale devono superare, nella nostra personale valutazione, gli svantaggi di intraprendere il cambiamento.
L’essere umano (come il nostro cervello!) è un animale abitudinario e pigro: la sua scelta ricadrà sempre sulla strada già calcata e che prevede il minor dispendio energetico possibile, a meno che non ci sia un incentivo abbastanza grande per intraprendere un nuovo percorso.
Puoi approfondire nell’articolo Mindset: cosè e come cambiarlo, ma quello che ci interessa ora è identificare quali potrebbero essere i tuoi stressor, così da poterli prevedere e gestire ogni possibile situazione stressante.
Gli stressor sul lavoro

In ambiente lavorativo, in genere lo stress si evidenzia per i seguenti motivi:
- errori di produzione o scelte di mercato non corrette
- pianificazioni sbagliate che portano a un’eccessiva pressione temporale
- conflitti con colleghi o superiori
- esagerazione nella percezione degli errori
- sbilanciamento tra vita lavorativa e vita privata
- aspettative disattese
(Questi sono i più comuni, ma ce ne sono molti altri che ho approfondito nell’articolo Stress da lavoro correlato: neuroscienze, sintomi e rimedi)
Alla base di tutte queste situazioni, possiamo individuare due fattori scatenanti: un’impropria pianificazione strategica e una possibile poca coscienza di sé e dei propri limiti.
Come correggiamo queste due varianti? Mentre la pianificazione strategica potrebbe, in alcuni casi e sotto alcuni aspetti, non essere totalmente sotto il tuo controllo (necessitando di continua e trasparente comunicazione e compromesso con i tuoi collaboratori, manager o compagni di team) ci sono sicuramente dei passi che puoi muovere in autonomia nella scoperta di te stesso.
Conosci te stesso: il Neuro-Agility Profile
Una soluzione alla mancanza di consapevolezza di quali sono i propri personali stressor, come reagiamo ad essi e come gestire queste reazioni potrebbe essere il sottoporsi al Neuro-Agility Profile, un assessment basato sulle neuroscienze che ti permetterà di identificare, sotto la guida di un esperto, il tuo neuro design e le tue flessibilità e agilità mentali.
Grazie al NAPTM, potrai poi definire un piano d’azione preciso e specifico per la gestione del tuo stress, affiancato da un professionista che ti supporti lungo la strada.
Essere a conoscenza del tuo profilo neurologico può aiutarti ad adoperare le giuste strategie, a ridurre i conflitti interiori e con gli altri, ad avere una percezione più esatta dei tuoi errori, a riformulare le tue priorità, oltre che ad alleviare lo stress.
Lo stress si previene, non si combatte: esistono tante tecniche di gestione dello stress che fungono da antistress naturali, ma identificare quella che fa per te, quella che complimenta il tuo neuro design, può fare davvero la differenza!
Puoi approfondire cosa il Neuro-Agility Profile può fare per te leggendo l’articolo Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo.
Rimedi contro lo stress
Arrivati alla fine di questo articolo, penso sia utile riassumere gli step che secondo me possono essere ottimali nell’aiutarti nella gestione delle situazioni stressanti.
In sintesi, abbiamo detto potrebbe essere utile:
- Analizzare la tua situazione lavorativa, per capire se lo stress dipende da risultati o aspettative disattese, da conflitti relazionali o da una cattiva gestione del tempo;
- Analizzare la qualità della tua vita privata, per valutare se le tue relazioni affettive sono soddisfacenti, se i tuoi schemi di pensiero si dimostrano un ostacolo o un incoraggiamento verso i tuoi obiettivi;
- Sottoporsi al NAPTM, per conoscere com’è strutturato il tuo cervello, come pensi e agisci in situazioni normali e sotto stress;
- Pianificare un percorso con una figura specializzata, concedendoti tutto il tempo e la pazienza che questo impegno merita;
- Aggiungere alla tua routine, se ti interessa, qualche pratica di rilassamento e dell’attività fisica.
Lo stress si gestisce poco alla volta, con consapevolezza, pianificazione, proattività e azione costante.
Riducendo gli stressor e abituando cervello e corpo all’equilibrio, ti ritroverai con una mente più lucida, dinamica, agile e flessibile.