Da anni ormai si parla di intelligenza emotiva, quoziente emotivo, neuroscienze ed emozioni; ultimamente, tra l’altro, il parlamento sta discutendo la possibilità di ampliare lo spazio riservato a queste tematiche all’interno dei curricula scolastici.
Il messaggio è chiaro: qualcosa sta cambiando, e le emozioni sono un elemento fondamentale per comprendere questi cambiamenti.
Ma cosa sono davvero le emozioni? Da dove nascono? A cosa servono? Come influiscono sulla nostra performance?
Cosa sono le emozioni?
Io, dopo anni di attento studio dei lavori di grandi autorità in campo psicologico e di esperti di neuroscienze, le definisco:
“Una risposta naturale, fisiologica e comportamentale che ognuno di noi fornisce a uno stimolo interno o esterno.”
Questa definizione, con la sua neutralità, la sua scientificità, l’assenza di fronzoli, ci permette di fare alcuni ragionamenti:
- Siamo in inesorabile movimento: se accade qualcosa, noi agiamo di conseguenza;
- Possiamo modificare le risposte a questi accadimenti;
- Possiamo generare emozioni.
Io interpreto queste conclusioni come molto stimolanti, perché costituiscono un punto di partenza verso la comprensione, la conoscenza e la gestione delle emozioni: imparare a farlo ci permette di padroneggiare meglio le nostre scelte e le nostre decisioni.
Nel periodo storico che stiamo vivendo, infatti, le emozioni ricoprono un ruolo fondamentale; non perché prima non lo avessero, ma perché adesso finalmente ce ne rendiamo conto.
Andiamo a conoscere le nostre amiche emozioni più da vicino.
La genesi di un’emozione
Raramente facciamo caso alle emozioni che proviamo e alle loro derivazioni; questa ignoranza, purtroppo, lascia spazio al proliferare di insoddisfazioni, di conflitti (nella vita privata come in quella lavorativa), di scelte sbagliate o addirittura mancate.
Ma le emozioni, quando sappiamo riconoscerle, sono davvero nostre amiche.
Prima di capire in che modo, parliamo di come nascono le emozioni.
Possiamo schematizzare il processo di genesi e sviluppo delle emozioni così:
- Condizione di partenza. Rappresenta il momento subito antecedente alla situazione emotiva: è un insieme di molti fattori, tra cui l’ambiente in cui ci troviamo, il nostro stato fisico, e tanti altri (ad esempio, la pre-condizione di essere al mare in vacanza è molto diversa da quella di trovarsi in sala d’attesa all’ospedale!).
- Stimolo esterno o interno. Semplicemente l’avvenimento che istiga la reazione emotiva (ad esempio, l’ascoltare un brano musicale, o qualcuno ci dice qualcosa, o riceviamo una email da un collega oppure, ancora, pensiamo a qualcosa in particolare).
- Valutazione automatica dello stimolo. Il nostro sistema inconscio valuta quello stimolo attraverso il filtro delle esperienze, della memoria, del potenziale rischio e della condizione iniziale in cui questo stimolo ha avuto luogo.
- Risposta fisiologica allo stimolo. Avremo due distinte risposte: una è la risposta fisica, che può evidenziarsi con il modificarsi della frequenza cardiaca, il cambio della respirazione, il calore al viso, tensione alle spalle, formicolio agli arti, eccetera; l’altra è una risposta di sensazione, che ci avvolge e ci fa percepire uno stato particolare, ci fa sviluppare pensieri di un certo tipo o scegliere alcune parole anziché altre: questo è dovuto ai neurotrasmettitori. Il comportamento che adottiamo in questa frase, dipende da tutti gli step precedenti.
- Risposta decisionale. Qui assecondiamo o meno quello che il nostro corpo e la nostra sensazione ci stanno comunicando: possiamo alzare il tono della voce, ridere o piangere; potremmo andar via o rimanere in silenzio.

Come avrai dedotto, la condizione iniziale è quella che può fare la differenza: se mi trovo in un ambiente ostile o sconosciuto di notte, e magari so che ha fama di essere un luogo pericoloso, è giusto avere paura perché essa ci attiva in un determinato modo, e la pre-condizione è data proprio dalla conoscenza del posto e del contesto.
Ma se mi trovo in ufficio e sono triste per un avvenimento privato, oppure sono impaurito perché mi prefiguro l’insuccesso di un progetto, non appena arriverà lo stimolo esterno, questo verrà interpretato in maniera poco utile al risultato atteso.
Quali sono le emozioni e cosa comunicano
Ogni emozione ha un valore intrinseco, e questo le rende nostre amiche: ci aiutano nei contesti sociali, ci permettono di comunicare come stiamo e cosa pensiamo, ci proteggono da rischi alla sopravvivenza, ci aiutano a ridefinire le priorità.
Nel dettaglio:
- la paura segnala pericolo e serve a metterci in salvo immobilizzandoci, sollecitandoci alla fuga o spingendoci all’attacco;
- la tristezza, legata a una perdita, ci dà tempo di ritrarci intimamente in noi stessi, di riflettere ed elaborare quanto perduto;
- la rabbia segnala un torto subito o il mancato raggiungimento di un obiettivo, e ci aiuta a difendere e rivendicare i nostri diritti;
- il disgusto ci allontana da qualcosa di fisicamente o moralmente negativo per il nostro benessere – si traduce in disprezzo, se rivolto a una persona;
- la gioia ci evidenzia la soddisfazione del nostro stato, del momento che stiamo vivendo, con l’obiettivo di mantenerlo.

Se vuoi approfondire questo aspetto, puoi affidarti all’atlante delle emozioni, i cui contenuti sono straordinari: ti invito a guardarlo con attenzione, poiché spiega perfettamente le dinamiche emotive e ti sarà certamente di aiuto per capire come gestirle nel tuo ambiente lavorativo.
immagine da atlasofemotions.org
Neuroscienze ed emozioni
Concretamente, la risposta emozionale che proviamo si traduce in sequenze ormonali e neurotrasmettitori: in circolo nel nostro organismo ci sono molecole che hanno il compito di generare stimoli e comportamenti fisiologici del nostro corpo.
Sapere queste cose, pur non entrando in dettagli tecnici, permette al leader, al manager o al responsabile di un progetto, di applicare queste conoscenze in favore di maggiori e migliori autorevolezza, leadership, etica, performance e produttività (puoi leggere di più dell’argomento negli articoli Leadership emotiva: cos’è e quali vantaggi può trarne la tua azienda e Stress da lavoro correlato: neuroscienze, sintomi e rimedi).
In un periodo in cui tutto cambia, e alla luce di questo cambiamento che fa emergere emozioni che siamo soliti vivere ma raramente a riconoscere, è importante prendere consapevolezza di come queste emozioni nascono, a cosa rispondono e come possono essere sfruttare perché diventino un asset invece che un freno.
Questo è quello che fa un leader eccellente nel suo lavoro e nella sua vita privata: lavora per migliorarsi, così che possa ispirare gli altri a fare lo stesso.
Se ti ho incuriosito, non perderti l’articolo Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo: scopri tutto quello che le neuroscienze possono fare per te.