Ecco perché il gergo aziendale è il nemico di una comunicazione interna ottimale

da | Feb 2, 2023

Sono lieto di comunicarvi che siamo compliant con la nuova normativa che esplica il trust one-to-one nel nostro mercato B2C a differenza del proaction level nel B2B.

Succede alla gran parte dei lavoratori, prima o poi, di incappare in una frase così intrisa di gergo aziendale, di ipertecnicismi, da diventare assurdamente incomprensibile.

Ti sei mai chiesto come mai in alcune realtà lavorative ci si ritrovi a utilizzare dei termini così specifici e, spesso, difficili da capire? Ti è mai capitato di alzare gli occhi al cielo durante una riunione o davanti a una mail e pensare: “ma parla come mangi”?

Oggi usiamo le neuroscienze per capire la funzione del gergo aziendale sul posto di lavoro: perché lo usiamo così tanto? E, soprattutto, è davvero utile come alcuni vogliono farci credere?

Perché usiamo il gergo aziendale?

Quale che sia la tua opinione sul gergo aziendale, tutti noi siamo colpevoli di averlo usato almeno una volta nella vita.

E sarebbe sbagliato dire che questo tipo di linguaggio sia del tutto inefficace: esistono alcuni scenari in cui è necessario adottare termini altamente tecnici per scongiurare errori e fraintendimenti; pensa alla necessità di medici e scienziati di essere estremamente specifici nelle loro comunicazioni con i propri colleghi.

Ma qui risiede la profonda distinzione tra linguaggio tecnico e ipertecnicismi: laddove il primo serve a togliere ogni ombra di dubbio su materie di elevata complessità tra interlocutori dello stesso livello di competenza e preparazione, il gergo aziendale spesso è tanto vago da creare una frattura tra chi parla e chi ascolta, causando confusione invece di dare indicazioni chiare.

Allora perché viene usato così tanto?

Il gergo, in generale, segnala l’appartenenza a un gruppo e, in alcuni contesti, facilita i legami sociali: come per tante altre cose, la regola del “tutti gli altri lo usano, quindi lo faccio anch’io” è una tentazione difficile da resistere.

In un recente studio (Columbia Business School e USC Marshall School of Business, 2020), è stato concluso che il gergo tecnico viene più spesso usato da persone di status (lavorativo, economico o sociale) inferiore per compensare le proprie insicurezze: in un esperimento, ai partecipanti veniva richiesto di presentare un proprio progetto in competizione con altri partecipanti di diverso status; le persone appartenenti al gruppo di status inferiore hanno scelto di fare un uso più pesante di gergo tecnico nelle loro presentazioni, mentre gli appartenenti al gruppo di status maggiore sono apparsi più attenti all’efficacia del proprio discorso, piuttosto che alla forma.

“Il gergo è come un abito, una macchina o un orologio — è uno status symbol” riporta Adam Galinsky (Columbia Business School), ideatore dello studio. “I più insicuri ‘vestono’ le proprie parole, convinti che questo li faccia apparire più intelligenti o induca gli altri a prenderli più seriamente”.

Un’altra ragione per usare un linguaggio aziendale estremamente complicato, purtroppo, è anche la volontà di non farsi capire, deliberatamente: quanto è facile insabbiare un errore, quando la persona con cui parli non riesce a comprenderti, nascosto dietro a un muro di anglicismi e termini tecnici?

I pericoli del linguaggio ipertecnico in azienda

Che sia usato per nascondere le proprie insicurezze, per riempirsi la bocca di termini che suonano importanti, o per confondere i propri interlocutori nella speranza di nascondere errori o comportamenti scorretti, i (relativi) benefici di un linguaggio ipertecnico si possono contare sulle dita d’una mano.

Vediamo ora come il gergo aziendale nuoce alla comunicazione interna:

Il gergo aziendale crea confusione, danneggiando la produttività.

L’obiettivo finale della comunicazione è assicurarsi che l’altra persona assimili un determinato messaggio, senza fraintendimenti.

Quando un leader o un manager usa un linguaggio ipertecnico o il gergo aziendale come status symbol (o per “fare prima”) non sta dando ai propri dipendenti o membri del team delle istruzioni chiare, e il costo lo paga la produttività di tutta l’azienda.

Ricorda sempre che tutti noi, in quanto persone, siamo soggetti a bias cognitivi e errori di valutazione: nel team o in azienda, una comunicazione poco chiara e frettolosa può portare a false interpretazioni, fraintendimenti e conseguenti rischi di progetti falliti e clienti persi.

Il gergo aziendale esclude le persone

Il linguaggio tecnico è, sì, importante in determinati campi, e lo abbiamo visto parlando di medici e scienziati. Ma il focus di questo discorso rimangono le persone: lo stesso linguaggio che il medico usa con i propri colleghi, raramente avrà un effetto positivo su un paziente che non ha studiato medicina.

Allo stesso modo, un linguaggio ipertecnico, nelle aziende odierne, rischia di escludere le persone: l’ambiente lavorativo, al giorno d’oggi, include professionisti di diversi settori, industrie, funzioni e livelli di esperienza.

Molti dei tuoi dipendenti o collaboratori potrebbero avere poca familiarità con le frasi fatte e i tecnicismi che a te sembrano chiarissimi: per evitare di creare dipendenti di serie A e serie B, tutte i lavoratori in posizioni di leadership dovrebbero dimostrare e incoraggiare ad un uso diretto e inequivocabile della lingua.

Uno studio del Journal of Language and Social Psychology ha mostrato che il gergo negli articoli scientifici destinati al grande pubblico esclude i lettori. Inoltre, sembra che il gergo tecnico riduca la volontà delle persone di avvicinarsi alla comunità scientifica, oltre all’interesse e alla comprensione degli argomenti scientifici in generale.

In altre parole, il gergo aliena e disimpegna proprio le persone che stai cercando di raggiungere.

Cosa ci dicono le neuroscienze?

Il cervello ha bisogno di direttive chiare e precise, mentre un linguaggio gergale troppo “spinto” può generare un sovraccarico cognitivo, perché obbliga il cervello di chi ascolta ad una traduzione simultanea, allontanandolo dal momento di discussione.

Ciò che il cervello comprende più velocemente, ovvero un linguaggio preciso e diretto, viene più facilmente interpretato come affidabile grazie al pregiudizio dell’opportunità, un bias cognitivo che ci porta a leggere ciò che è facile e veloce come vero e di valore.

Inoltre, al nostro cervello piace creare immagini mentali per aiutarci a ragionare e ricordare, dunque prediligerà sempre affermazioni concrete a linguaggi astratti e di difficile interpretazione.

Se, in quanto manager o leader, sei abituato a utilizzare un linguaggio altamente tecnico nelle tue riunioni, mail, comunicazioni telefoniche, con i tuoi collaboratori o addirittura con i clienti, ti invito a mitigare questa abitudine adottando un linguaggio comprensibile anche da chi non è un interlocutore tecnico.

Se, ad esempio, senti la tentazione di dire a qualcuno di approfondire la compliance di gestione del dato sensibile, chiediti se esista un modo più semplice e chiaro per comunicare lo stesso concetto, e impegnati a riformulare la frase.

A te, collaboratore e dipendente, faccio questo invito: la prossima volta che qualcuno inizia a parlare in ufficio, durante una riunione, utilizzando parole o frasi che trovi incomprensibili o confusionarie, invece di far finta di nulla per paura di apparire poco preparato, chiedi un chiarimento; se non sei sicuro del significato di una frase, è probabile che anche i tuoi colleghi abbiano lo stesso problema.

Chiedere al tuo interlocutore di riformulare la frase in un linguaggio più concreto migliorerà la comprensione di tutti, inclusa la persona che parla, riducendo i tempi di interpretazione, di comprensione e decisionali.

Per ulteriori approfondimenti ti invito a leggere:

Le neuroscienze: un viaggio nel cervello e nella mente umana

Bias cognitivi ed euristiche: alcuni esempi

Per entrare in maggior sintonia con i tuoi dipendenti e collaboratori approfondisci Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo oppure contattami per parlare di Performare in Azienda, il mio percorso di coaching professionale.

Sull'autore

Roberto Patricolo

Sono sempre stato affascinato dal perché delle cose: la curiosità sul funzionamento della natura umana e delle relazioni interpersonali mi accompagna fin dall’infanzia, ed è ora un lavoro che svolgo con passione e soddisfazione.
Credo fermamente nell’equivalenza tra benessere e produttività, a qualsiasi livello: con tutte le competenze e le esperienze che ho vissuto fino ad oggi, sono qui per renderti la migliore versione di te stesso.

Articoli Correlati

Contatti

Affidarti a me vuol dire prendere consapevolezza delle tue capacità e emanciparti dai dubbi e dalle incertezze.
Basta aspettare che le cose cambino da sole: hai già tutto quello che ti serve, permettimi di dimostrartelo.