È iniziato un nuovo anno e, come ogni nuovo anno comanda, sono arrivate le liste di buoni propositi che ci porteremo dietro fino a dicembre prossimo.
Che la tua lista sia lunga o corta, forse avrai notato quanto sia diventato più complicato, negli ultimi anni, portarla a compimento.
Sono qui per sollevarti dal possibile senso di colpa che si accompagna sempre alle speranze mal riposte o disattese: può sembrare una frase fatta, ma viviamo davvero in tempi senza precedenti.
Sono tante le sfide che affrontiamo dal 2020 a questa parte, quasi tutte al di fuori del nostro stretto controllo (pandemie, guerre, crisi energetiche e ambientali!), e questo non può che portarci stress, renderci meno lucidi, meno creativi. E non c’è nulla di più nocivo per il proprio successo che il finire intrappolati in un loop di pensieri negativi.
In questo contesto, in cui dobbiamo far uso, nel nostro background mentale, di schemi di pensiero diversi, diventa fondamentale assimilare un concetto semplice ma importantissimo: la chiave per raggiungere i nostri obiettivi risiede nella nostra capacità di comprendere come funzioniamo intimamente, nella parte più complessa e articolata di noi.
Parlo del nostro cervello, dei nostri schemi di pensiero e delle nostre predisposizioni mentali: l’anno che abbiamo appena intrapreso, per essere davvero produttivo e soddisfacente, deve partire dalla consapevolezza, dalla conoscenza di come siamo fatti realmente, per migliorare il rapporto con noi stessi, in primis, e poi con l’esterno, con gli altri.
Le neuroscienze al servizio del tuo successo
Le neuroscienze, negli ultimi decenni, ci hanno regalato moltissime informazioni utili al formarsi di questa consapevolezza, di questa conoscenza di base dei nostri processi decisionali, degli schemi di pensiero e sul come applicarli ai nostri obiettivi.
Se segui il mio blog, lo saprai già bene, ma faccio un piccolo recap in occasione di questo nuovo anno agli esordi: le neuroscienze sono una parte della biologia che si occupa di studiare i neuroni, il loro comportamento e le relazioni intrinseche tra il loro funzionamento e i nostri comportamenti.
In pratica, ogni volta che prendi una decisione, questa viene in essere attraverso uno schema di pensiero e delle emozioni che sono figlie di relazioni neuronali (o reti neuronali).
Negli ultimi anni, lo studio dei neuroni ha focalizzato la propria attenzione sulla scienza dell’apprendimento, della crescita e dello sviluppo umano, con tutti i suoi coinvolgimenti, a partire da come si formano i pensieri fino ad arrivare al prendere la decisione che ha scatenato il processo mentale stesso.
Tutti noi pensiamo e prendiamo decisioni, ma ognuno di noi lo fa in modo diverso, in base a come sono costruite le nostre reti neuronali e al nostro proprio ed esclusivo design neurologico.
Ad esempio, se devi prendere una decisione in relazione a un progetto lavorativo e sei una persona ricettiva, hai probabilmente bisogno di più tempo di una persona, al tuo contrario, espressiva. E non c’è nulla di male in una o nell’altra modalità!
Il fatto di sapersi riconoscere in una di queste caratteristiche, però, può essere di fondamentale aiuto nel capire come e perché tu prendi decisioni, e così anche come i tuoi colleghi o amici e famigliari ne prendono a loro volta, con tutte le implicazioni che ne conseguono.
Se vogliamo, essere consapevoli di come funziona il nostro cervello nel prendere decisioni e nell’apprendere informazioni ci permette di essere molto più flessibili nell’adattarci a nuovi scenari, nuovi mercati, nuove modalità di fare business.
E, diciamocelo chiaro, le organizzazioni sono tanto agili quanto le persone che ci lavorano, le quali rendono l’azienda ciò che è veramente.
Essere agili vuol dire potersi muovere rapidamente e con facilità negli schemi di pensiero e nei processi decisionali, con la capacità di pensare e trarre conclusioni velocemente, con un rischio bassissimo d’errore: per raggiungere un buon livello di agilità mentale, c’è bisogno di un costrutto neurologico solido, consapevole e capace di gestire lo stress.
Come migliorare la flessibilità mentale
A questo punto, ti chiederai se c’è un modo semplice e veloce per rendere il proprio cervello più flessibile. La cattiva notizia è che nulla, quando parliamo di cervello e di lavorare su se stessi, può essere fatto frettolosamente; d’altra parte, parliamo dell’organo più complicato che esista!
Tuttavia, ci sono alcuni semplici esercizi ai quali puoi dedicarti e che, se eseguiti con costanza e perseveranza, possono aiutarti nel tuo percorso di automiglioramento.
Se uno dei tuoi obiettivi per il nuovo anno è quello di incrementare la tua agilità e flessibilità mentale, ritaglia del tempo per:
- Effettuare sessioni di respirazione profonda e addominale, della durata di 2 o 3 minuti al massimo, con frequenza bi-oraria: questo ti aiuterà ad abbassare i livelli di stress durante la giornata;
- Creare momenti di immersione in spazi verdi o, se non hai accesso alla natura, almeno di visualizzazione degli stessi: sono innumerevoli gli studi che attestano la capacità della natura (anche in foto, non solo dal vivo!) di creare sensazioni di rilassamento nella mente;
- Fare caso al modo in cui, comunemente, prendi le decisioni: se tendi a chiuderti in te stesso in modalità ricettiva o se, al contrario, senti il bisogno di esprimere i tuoi pensieri a voce alta o discutendone con altri, in modalità espressiva.
Partendo da queste considerazioni, un buon allenamento per renderti agile è quello di invertire la modalità a te più consona con quella opposta, attivando parti del cervello solitamente meno predominanti: comincia da piccole decisioni e procedi per gradi.
Ti auguro, per questo nuovo anno, di avere la forza di volontà e la robustezza d’animo che serve per conoscersi davvero, nell’intimo dei propri processi mentali.
È un percorso che può a tratti spaventare o scoraggiare i poco risoluti, ma ti garantisco che è un viaggio che ti porterà tantissime soddisfazioni e una nuova consapevolezza delle tue possibilità.
Se l’enormità di questa impresa dovesse sembrarti inavvicinabile, valuta la possibilità di contattare un professionista per affiancarti nella sfida: quando ti senti pronto, leggi cosa un NAPTM può fare per te!