Facciamo un po’ di chiarezza su cosa siano le neuroscienze, come funzionano mente e cervello e cosa voglia dire neuro agilità.
L’obiettivo di questo articolo è comprendere davvero come funziona il nostro organo più importante, per aiutarti a trovare soluzioni concrete, pratiche, valide, basate sulla scienza e applicate al contesto aziendale in cui ti trovi: dalla leadership alla gestione di un team all’aumento di produttività.
Dopo aver letto questo articolo, approfondisci leggendo Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo!
Le neuroscienze
Partiamo, dunque, dalla definizione delle neuroscienze.
Neuroscienze, come termine, viene utilizzato per la prima volta negli anni ‘60 per indicare quelle discipline scientifiche che studiano il funzionamento del cervello e della mente umana.
In particolare, le neuroscienze studiano la struttura dei neuroni, come questi comunicano tra loro, i circuiti neuronali e nervosi che si formano da essi.
Da qui, ne consegue l’importanza delle neuroscienze nel contesto del comportamento umano, perché da quelle stesse connessioni neuronali, dalla gestione dei network di neuroni, derivano i nostri schemi di pensiero, le nostre decisioni e i nostri comportamenti.
Eppure, il cervello è stato per anni definito una semplice scatola nera, una black box i cui segreti erano destinati a rimanere nascosti. Negli ultimi trent’anni, per fortuna, c’è stata una grande accelerata in questo campo di studi, e oggi si conosce molto di questo organo affascinante, a partire da alcune strategie innovative che aiutano le persone (o le aziende) a procedere con sicurezza verso i propri obiettivi.
Il cervello e la neuro agilità
Il cervello è composto essenzialmente da cellule nervose chiamate neuroni, che si scambiano informazioni tramite impulsi elettro-chimici.
In un cervello sono presenti circa cento miliardi di neuroni: per farti un’idea, se dovessi impilare cento miliardi di fogli di carta uno sull’altro, creeresti una colonna di 8500 chilometri d’altezza, quasi la distanza tra Roma e Shanghai!
Il neurone è formato da un corpo allungato chiamato assone le cui estremità si ramificano in dendriti, che permettono al neurone di collegarsi con altri neuroni attraverso le sinapsi.

La cosa sorprendente è che ciascun neurone ha tra i mille e i diecimila punti di contatto (o sinapsi) con gli altri neuroni, e può quindi comunicare con migliaia di altre cellule nervose insieme: questo permette di avere fino a 1015 connessioni sinaptiche simultanee.
Pensa a quanto è meraviglioso (e perfetto) il tuo cervello!
Nella comunicazione elettrochimica tra neuroni, si crea un flusso di ioni che crea una corrente elettrica che viaggia lungo l’assone e permette ai neuroni di scambiare informazioni vitali. Il trasferimento di questi impulsi crea le reti neuronali, che si completano una volta che l’azione diventa operativa.
Ogni connessione ha una sua struttura, una sua organizzazione precisa e una sua facilità nel venire in essere: questo dipende dai neurotrasmettitori in gioco nel momento in cui questa rete neuronale prende forma (approfondisci nel mio articolo sulla neuro agilità!).
Lo sviluppo della neuro agilità è un prerequisito fondamentale perché il cervello funzioni a livello ottimale come un sistema integrato, senza ostacoli neurologici, ovvero quelle situazioni in cui la comunicazione tra lobi, emisferi e sensi viene a mancare.
Esistono due fattori alla base del funzionamento elettrochimico del cervello:
- Gli impulsi elettrici che vengono trasmessi da un neurone all’altro tramite reazioni chimiche tra i recettori dei neuroni, permessa dal conduttore elettrico per eccellenza: l’acqua.
L’acqua è il solvente magico in cui le particelle cariche conducono impulsi elettrici lungo l’assone del neurone: se il corpo non è idratato e manca di acqua, la polarità cellulare farà fatica a verificarsi e gl impulsi non viaggeranno lungo l’assone neuronale, o comunque non alla velocità massima prevista.
Tutto ciò che disidrata il cervello e il corpo rallenta e ostacola la trasmissione elettrochimica e ha quindi impatto negativo sulla di una persona: questi sono definiti fattori di stress neurologico.

- L’impatto delle sostanze chimiche che gestiscono il cervello: tutti i processi cognitivi nel cervello sono basati su reazioni biochimiche.
La produzione di ormoni può aiutare e facilitare la velocità di trasmissione degli impulsi, così come può invece bloccarla.
Questo è uno dei motivi per cui parliamo di ostacolo neurologico quando siamo sotto stress: in situazioni stressanti produciamo infatti il cortisolo, un ormone inibitore che impedisce il trasferimento delle informazioni da un neurone all’altro.
Non a caso si insiste nel definire lo stress la patologia del secolo!
Se queste sostanze inibitrici vengono prodotte o rimangono in circolo troppo a lungo, si traducono in un cattivo carburante per il nostro cervello, portando a prendere decisioni sbagliate (o a non prenderle del tutto!).
Una cattiva trasmissione elettrochimica degli impulsi cerebrali può addirittura, indebolire il sistema immunitario.
La teoria dei tre cervelli di MacLean
Continuando a discutere della struttura del cervello, voglio parlarti della teoria dei tre cervelli formulata da MacLean che, seppur non accurata al 100%, è molto utile per capire concettualmente come è strutturato il nostro cervello.
Secondo la ricerca di Paul MacLean, il cervello umano consiste in tre parti distinte ma in continua comunicazione tra loro, le quali si sono evolute in sequenza fino a raggiungere la struttura odierna. Ciascuna parte si differenzia per forma, chimica e soprattutto funzione.

La parte più antica viene denominata da MacLean come cervello rettile: questo regola tutte le funzioni più strettamente legate alla sopravvivenza, esattamente come avviene nei rettili. Svolge compiti di controllo, di coordinazione, di propriocezione (la capacità di percepire e riconoscere la propria posizione dello spazio), di controllo della frequenza cardiaca e altre funzioni basilari.
Il cervello rettile memorizza ed elabora informazioni, gestendo numerosissimi automatismi del cervello.
Sempre secondo MacLean, attorno al cervello rettile si è sviluppato il cervello mammifero o cervello limbico, al momento della nascita evolutiva dei mammiferi. La sua dimensione è relativamente piccola, eppure il cervello limbico (chiamato anche cervello chimico) regola gli zuccheri nel sangue, la digestione, i livelli ormonali, la temperatura corporea, e così via.
Il cervello limbico è composto dall’ippocampo (la sede della nostra “memoria di sistema”), al quale accediamo in ricerca di informazioni, e dall’amigdala, il cuore emozionale del nostro organismo che detta i nostri comportamenti in risposta automatica in base a come una situazione ci fa sentire.
A differenza degli altri mammiferi, la cui evoluzione cerebrale si è conclusa con lo sviluppo del cervello limbico, nell’essere umano è venuta a formarsi la neocorteccia: questo è il terzo cervello, il più recente secondo MacLean.
La neocorteccia è sede della consapevolezza e del pensiero conscio; costituisce i due terzi della nostra area cerebrale complessiva (nonostante sia spessa solo tra i 3 e i 5 millimetri) e contiene circa 16 miliardi di neuroni!
La neocorteccia è suddivisa in più aree con funzioni differenti. La suddivisione principale, che tutti conosciamo, è quella dei due emisferi, quello destro e sinistro, collegati tra loro da un fascio nervoso chiamato corpo calloso.
Un’ulteriore suddivisione è quella che definisce i lobi:

- i lobi parietali, sopra le orecchie, percepiscono gli stimoli provenienti dal corpo attraverso i nervi periferici;
- i lobi temporali, dietro le orecchie, controllano la percezione acustica, processando i segnali provenienti dal nostro sistema uditivo;
- i lobi occipitali, collocati nella parte posteriore del cervello, sono i centri della vista: il nervo ottico si collega direttamente al lobo occipitale!
- i lobi frontali, dietro la fronte, generano i pensieri, l’attenzione, l’immaginazione e soprattutto l’autocoscienza, ovvero la consapevolezza di sé.
La mente
Cos’è esattamente la mente?
Potremmo dire che la mente è il cervello in azione: il cervello è la struttura (l’hardware, se vogliamo), e la mente è tutto ciò che concerne i processi di interconnessione tra le parti del cervello, e tra cervello e sistema nervoso (come un software).
La mente è sempre attiva, finché è operativo il cervello; anche nel sonno, mentre dormiamo, prendono vita processi inconsci che permettono alle interconnessioni di accendersi.
E, siccome sappiamo ora che il cervello è fisicamente diviso in cervello consapevole (neocorteccia) e cervello automatico (cervello limbico e rettile), possiamo tranquillamente dedurre che anche la mente faccia lo stesso: esiste infatti la mente conscia e la mente inconscia.
Facendo questa prima suddivisione riusciamo a distinguere i processi mentali in due modalità principali: i processi consci e i processi inconsci.
Nella vita di tutti i giorni, siamo guidati da un sistema automatico, dalla mente inconscia, nelle nostre reazioni a ciò che ci circonda; solo in un secondo momento subentra un sistema controllato, la mente conscia, che ci permette di aggiustare le nostre decisioni o i nostri comportamenti in base a ciò che inconsciamente abbiamo avvertito o provato.
Quando prendi una decisione, anche se sei convinto di prenderla in maniera totalmente razionale, sei in realtà profondamente influenzato dal tuo istinto, dal tuo inconscio!
Per questo penso sia importantissimo conoscersi nel modo più accurato possibile: solo se conosci il tuo cervello e la tua mente, puoi pensare di gestirli.
A questo proposito, corre in aiuto il NAPTM (il Neuro-agility Profile), un assessment basato sulle neuroscienze che ti permette di conoscere come funzionano i tuoi processi decisionali e come è naturalmente strutturato il tuo neuro design.
A partire dai risultati del NAPTM, esistono innumerevoli percorsi di neuro coaching che possono aiutarti a sfruttare le tue caratteristiche per raggiungere i tuoi obiettivi personali e lavorativi in modo agile, veloce e duraturo.
Ad esempio, ho creato un percorso base chiamato Le neuroscienze entrano in azienda, che tratta di management e di leadership neuro agile, a supporto dell’imprenditore o del manager nella creazione di un ambiente formativo e trasformativo all’interno dell’organizzazione aziendale.
Ti va di parlarne?