Leadership emotiva: cos’è e quali vantaggi può trarne la tua azienda

da | Apr 16, 2022

I direttori generali vengono assunti in base al loro quoziente intellettivo e alla loro esperienza nel campo degli affari. E poi vengono licenziati perché mancano di intelligenza emotiva.” 

Questa citazione presa in prestito da Leadership emotiva, il libro dello psicologo e giornalista statunitense Daniel Goleman, illustra perfettamente l’importanza della leadership emotiva a tutti i livelli di un’organizzazione aziendale.

L’attitudine alla leadership non può misurarsi solo tramite le competenze tecniche della persona, ma la valutazione deve prendere in considerazione anche la capacità di comunicare e gestire le emozioni e le relazioni all’interno di un possibile team.
In questo articolo vediamo come la leadership emotiva si lega all’intelligenza sociale, capiamo quanto la neuroplasticità influisce sulla nostra intelligenza emotiva e vediamo anche alcuni consigli per vivere la propria posizione di leader sfruttando questi concetti.

Leadership emotiva e intelligenza sociale

L’intelligenza sociale non è altro che l’essere in grado di usare le emozioni a nostro vantaggio in uno scambio relazionale profondo, con lo scopo di creare uno spirito di coesione e un senso dell’obiettivo comune all’interno di una dinamica di gruppo.

Puoi capire come portare questo concetto in azienda possa avere conseguenze rivoluzionarie: è possibile ridimensionare, se non addirittura azzerare, i conflitti introducendo empatia e rispetto per le emozioni altrui.

È abbastanza logico quindi dedurre che un buon leader non può permettersi di prescindere da questa abilità, che deve esercitare e allenare quotidianamente, in particolar modo se opera in un settore lavorativo prono a rischi di una qualsivoglia natura.

Un leader emotivamente e socialmente intelligente è in grado di identificare l’insorgere e di conseguenza allentare le tensioni e la pressione propria e del team, creando il giusto clima per affrontare pericoli e rischi del mestiere con un approccio propositivo, con una mente fresca e controllata.

La domanda che resta da porre è: come può un leader coltivare la propria intelligenza emotiva?

Leadership emotiva e neuroscienze

La risposta ce la danno le neuroscienze attraverso il concetto di neuroplasticità: la capacità del cervello di crescere e rimodellarsi per tutta la vita.

La plasticità neuronale è utile sia ad acquisire nuove funzionalità delle reti neuronali, sia per mantenere un numero sufficiente di connessioni cerebrali, responsabili dei comportamenti. 
Come forse saprai, i neuroni comunicano tra loro per via elettrica e per via chimica.

Grazie a ormoni e neurotrasmettitori, i neuroni possono prendere parte a diverse funzioni cognitive come l’apprendimento, la memoria, la percezione e il comportamento.

Le emozioni rappresentano un elemento importante nella produzione di ormoni e neurotrasmettitori: ad esempio, sensazioni piacevoli producono dopamina e serotonina, mentre atteggiamenti polemici e ostruttivi favoriscono la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.

La neuroplasticità è dunque coinvolta anche nei processi percettivi ed emotivi, nel modo in cui interpretiamo il mondo, i contesti sociali, e di conseguenza nel modo in cui ci comportiamo.

Perseverare in comportamenti dettati dallo stress (o in atteggiamenti comunemente considerati improduttivi in un contesto sociale) non farà altro che allenare la nostra neuroplasticità in quella direzione, intrappolandoci in un circolo vizioso deteriorante.

Portare la leadership emotiva in azienda

L’intelligenza emotiva appare particolarmente legata alla leadership trasformazionale (l’abilità di un leader di cambiare pensieri, tecniche e obiettivi per ottenere risultati migliori e profitti maggiori) e alla consapevolezza sociale (la capacità di comprendere le emozioni altrui), favorendo così la risonanza emotiva: le azioni e lo stato emotivo del leader agiscono sullo stato d’animo dei collaboratori, influenzandone i comportamenti e le performance.

Vien da sé che un leader con elevata intelligenza emotiva può creare un effetto positivamente risonante, favorendo un legame profondo con il resto del team e producendo un senso di coesione, di fiducia, di produttività, di responsabilità e di collaborazione per tutti i lavoratori coinvolti nel progetto lavorativo in essere.

La leadership emotiva è pertanto, oggi, diventata un asset al quale l’azienda non può rinunciare.

Prima di proporre un incarico manageriale o comunque una posizione di leadership a un dipendente, è fondamentale avere chiaro questo principio e assicurarsi che la persona individuata per ricoprire il ruolo sia una persona equilibrata e intelligente dal punto di vista comportamentale, emotivo e sociale.

Un buon modo per farlo è attraverso un assessment specifico che tiene conto di questi aspetti: il Neuro-Agility Profile (NAP™), basato su paradigmi neuroscientifici, ha la peculiarità di istruire le persone, il team e l’azienda stessa, di come ogni risorsa umana mette a fattor comune i propri schemi di pensiero, le proprie caratteristiche cerebrali, le preferenze di intelligenza e i propri metodi di gestione dello stress.

L’arte del 7

Il leader odierno emotivamente intelligente deve poter applicare quella che io chiamo l’arte del 7, cioè le sette azioni che coadiuvano la leadership emotiva:

  1. Comprendi gli scenari in cui ti muovi insieme al tuo team e utilizza la tua competenza emotiva per comprendere le emozioni dei tuoi colleghi, anche quando germogliano da questioni personali;
  2. Tieniti sempre allenato alla consapevolezza di te e alla competenza sociale;
  3. Accogli con apertura, rispetto e benevolenza le scelte o le critiche dei tuoi collaboratori, così da rafforzare la relazione e promuovere azioni di condivisione e feedback produttivi;
  4. Relazionati con trasparenza e determinazione laddove sia necessaria, motivando le tue scelte e verificando che siano ben recepite;
  5. Contribuisci allo scambio di feedback calibrandoli in base alle esigenze del singolo, alla sua personale emotività e al suo personale modo di relazionarsi;
  6. Favorisci lo scambio di idee e di emozioni all’interno del team, per garantire lo sviluppo delle stesse competenze emotive e sociali tra gli stessi collaboratori;
  7. Stimola e motiva i membri della tua squadra nel modo adeguato al loro setting emotivo, verificando puntualmente il loro livello di soddisfazione.

Non esistono formule magiche per essere un buon leader, ci vuole del metaforico olio di gomito e tanto lavoro emotivo. Ma che leader saresti, se non fossi disposto ad accogliere una sfida?

Sull'autore

Roberto Patricolo

Sono sempre stato affascinato dal perché delle cose: la curiosità sul funzionamento della natura umana e delle relazioni interpersonali mi accompagna fin dall’infanzia, ed è ora un lavoro che svolgo con passione e soddisfazione.
Credo fermamente nell’equivalenza tra benessere e produttività, a qualsiasi livello: con tutte le competenze e le esperienze che ho vissuto fino ad oggi, sono qui per renderti la migliore versione di te stesso.

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