Si dice che avere il giusto mindset ci permette di raggiungere il successo (o, almeno, gli obiettivi che ci poniamo).
È un concetto particolarmente popolare nello sport, e si sente spesso nominare in funzione di vittorie o sconfitte. Quante volte abbiamo sentito dire frasi del tipo: “Il giocatore non aveva il giusto setting mentale, e per questo ha perso la partita” oppure “l’atleta, se vuole migliorare, deve cambiare atteggiamento mentale”?
Sono certo che queste parole non ti suonino nuove, soprattutto se hai una passione per lo sport o se nella tua vita lavorativa ricopri una posizione manageriale o di leadership.
Il mindset è un elemento importantissimo in tutto ciò che facciamo; in questo articolo, diamo la risposta a due importanti domande: cos’è il mindset (o setting mentale)? Come cambiarlo a proprio vantaggio?
Cos’è il mindset
Il mindset è un po’ come il timone delle nostre scelte, da quelle più semplici e banali, a quelle più complesse o difficili.
Trattandosi di un concetto piuttosto astratto, quello che solitamente risulta poco facile da comprendere è come sfruttare il mindset e come cambiarlo qualora questo non sia utile ai nostri obiettivi. Entriamo nel vivo della questione: cos’è questo setting mentale?
La psicologia cognitiva parla di setting mentale (o mindset) quando indica le modalità con cui l’essere umano apprende e processa le informazioni. Attraverso il nostro setting mentale, prendiamo decisioni e agiamo, ci portiamo da un punto A a un punto B.
Ma questa è ancora una definizione troppo astratta!
Aggiungiamo un altro ingrediente: le nostre esperienze, le nostre credenze o convinzioni, che vanno a modellare quello che madre natura ci ha dato in quanto a neuro-design.
Quest’ultima precisazione ci permette di dedurre che il mindset, essendo plasmabile attraverso esperienze, credenze e convinzioni, è suscettibile al cambiamento.
E questo ce lo conferma anche il periodo storico che stiamo vivendo: i cambiamenti forzati di questi ultimi due anni, ma anche l’incedere del digitale in tutti gli aspetti della nostra vita, ci dimostrano che al giorno d’oggi l’uomo possiede un mindset molto più elastico e dinamico di quello dei nostri avi.
Vien da sé dunque che, selezionando le esperienze che vogliamo fare, saremo in grado anche di cambiare il nostro mindset.
Il mindset secondo le neuroscienze

Sicuramente, nella tua esperienza professionale avrai incontrato momenti in cui tu o qualcuno vicino a te avesse paura di parlare in pubblico.
Questo è un perfetto esempio che risulta da un mindset costruito sulla paura, sulla percezione che gli altri hanno di te, sulla bassa autostima; come si affrontano queste paure?
Nel caso della paura di parlare in pubblico causata da una bassa autostima (a titolo di esempio, perché la paura di parlare in pubblico può dipendere dalle questioni più disparate), le connessioni neuronali che originano questa paura si generano quando qualcuno ha minato la nostra autostima da piccoli; può trattarsi dell’insegnante che ci ha sgridati perché non eravamo portati per una certa materia, oppure di un’altra figura autoritaria che ci ha detto: “non sai fare nulla!”.
Queste frasi generano in noi uno schema elettrochimico che viene poi a solidificarsi quando comprovato da un’esperienza correlata.
Se qualcuno ci dice che, appunto, siamo dei buoni a nulla e poi, conseguentemente, non raggiungiamo i risultati che ci eravamo preposti, il nostro cervello legge la situazione come una conferma di questa tesi. I nostri neuroni si collegheranno per memorizzare l’informazione che, a quanto pare, non sappiamo fare nulla, immagazzinandola nelle aree di memoria del cervello.
Man mano che altre situazioni analoghe si verificano, andremo inconsciamente a rafforzare questo concetto; il risultato sarà che, nel momento in cui dovremo presentarci davanti a decine di persone per parlare di un progetto, per quanto preparati, avremo paura di esporre il nostro discorso, perché bloccati in un setting mentale di inefficacia.
La buona notizia è che il mindset è una cosa che ci appartiene: è solo nostro e come tale possiamo subirlo o modificarlo. Se il mio setting mentale è di inefficacia, sarò meno propenso non solo a parlare in pubblico, ma anche a esporre le mie opinioni su un progetto, ad aprirmi sentimentalmente a un possibile partner, a prendere una decisione importante, e così via.
Nessuno di noi nasce con un mindset specifico, ma ognuno di noi ha un suo design neurologico e neurofisiologico che nasce e muore con noi, con un certo grado di neuro flessibilità.
Le neuroscienze ci confortano dicendoci che i neuroni si rigenerano fino all’ultimo dei nostri giorni: questo fenomeno prende il nome di plasticità neuronale. Questo ci permette di cambiare il nostro mindset, virtualmente, anche fino al nostro ultimo giorno, premesso che ce ne sia bisogno e che ne valga la pena.
Certo, è pur vero che non è un’impresa facile: per modificare le connessioni neuronali ci vuole tempo e impegno.
Quando apprendi, pensi ed elabori informazioni, le tue cellule cerebrali si connettono con altre cellule cerebrali, formando dei percorsi. Più il concetto appreso viene ripetuto e rafforzato, tanto più velocemente quel percorso diventa un circuito neuronale permanente.
E quando una via neuronale diventa permanente, le tue risposte e i tuoi comportamenti diventano automatici.
Come cambiare mindset

Il punto di partenza non sta nel conoscere i propri limiti, le paure, le difficoltà; sta nel comprendere che questi sono solo i risultati di qualcosa che abbiamo fatto o subito precedentemente, e che possiamo cambiare.
Posta in questo modo suona decisamente meglio e sembra già più gestibile, non trovi?
Per osservare accuratamente il mondo che ti circonda, devi chiederti costantemente: in che modo i circuiti del mio cervello e la mia mentalità influenzano ciò che vedo?
La maggior parte delle persone tende a proiettare la propria verità, la propria realtà, sul mondo. Ecco perché una mentalità negativa produce percezioni negative, che a loro volta producono comportamente negativi.
Per dirla con una massima famosissima nei corsi di coaching aziendale: che tu pensi di farcela o di non farcela, hai perfettamente ragione.
Quindi ora rimbocchiamoci le maniche e capiamo cosa e come cambiare.
I dieci punti per cambiare mindset
- Tieni presente che ognuno di noi possiede delle qualità e delle abilità innate: magari non le conosciamo tutte perchè dobbiamo ancora scoprirle o sono rimaste nascoste a causa di esperienze pregresse, ma ci sono!
- Ogni cosa richiede impegno e costanza per poter essere fatta.
- Cambia abitudini: sai, in cuor tuo, che quella cosa che fai da anni, da decenni, non ti aiuta; impegnati a cambiarla. Creerai nuove connessioni neuronali e interromperai un circolo vizioso.
- Limita le fonti di stress, perché lo stress è un cattivo consigliere. In particolare, riduci il consumo di media e social legati a temi negativi, come guerre, crisi e pandemia.
- Ragiona in termini di feedback e non di fallimento. Capire quale atteggiamento o quale decisione ci ha portati fuori strada è decisamente più utile che determinare un intero percorso come fallimentare solo perché i risultati non sono all’altezza delle nostre aspettative.
- Trova dei punti di riferimento di successo: persone che frequenti personalmente o che hai conosciuto virtualmente che hanno raggiunto i loro obiettivi; studia cosa hanno fatto e come l’hanno ottenuto. Questa tecnica si chiama modellamento e serve ad apprendere nuovi schemi mentali, allenando la mente al cambiamento.
- Enfatizza le cose per cui sei grato ogni giorno; porta alla luce e nota i tuoi successi, anche quando piccoli.
- Nutri la tua mente con letture o programmi TV che ispirano e creano un contesto incoraggiante.
- Porta fiducia nel futuro.
- Datti tempo: per modificare il mindset ci vuole tanto tempo. Concentrati su ogni singola azione e non sul risultato finale.
Ricorda che, se vuoi cambiare qualcosa (come il setting mentale, in questo caso), devi agire: non basta dire “lo so, so cosa va fatto”. La differenza la fai tu, agendo: seleziona il punto di partenza e inizia, subito.
Se senti di aver bisogno di una mano ad avviare questo processo di cambiamento, valuta la possibilità di rivolgerti ad un esperto. Se hai piacere, compila il form a fondo pagina o scrivimi a info@robertopatricolo.com: facciamoci due chiacchiere!