Preferenze di intelligenza nella cybersecurity

da | Gen 24, 2023

Il rapporto tra design neurologico, preferenze di intelligenza e competenza può davvero fare la differenza in qualsiasi contesto lavorativo, specialmente quando sono richieste particolari attenzioni ai risultati, quando la pressione e i rischi sono alti.

Oggi, con questo articolo, voglio portarti l’esempio della cybersecurity, un campo in cui ho vissuto e operato a lungo: da oltre trent’anni mi occupo dell’intersezione tra IT, comunicazione e performance management, con un focus specifico sulle dinamiche del team.

Vediamo dunque come l’integrazione tra preferenze di intelligenza, dominanze degli emisferi e preferenze dei lobi si applica a questo contesto specifico.

Cybersecurity: alcune premesse neuroscientifiche fondamentali

Prima di approfondire l’influenza del neuro design sull’operatività del tuo team, bisogna fare alcune considerazioni importanti:

  1. È un lavoro di alta responsabilità

Gestire la sicurezza degli altri (che sia essa intesa in senso generale o che, come in questo caso, si tratti nello specifico di sicurezza informatica) è un compito di grande rilevanza dal punto di vista evolutivo: il nostro cervello è altamente consapevole della responsabilità insita nel prendersi cura degli altri, in qualsiasi forma; questo causerà molte conseguenze a livello di processi mentali ed emotivi del tuo team.

  1. Non esistono tempi morti o di riposo

Un team che opera nella cybersecurity è sempre operativo e all’erta, perché la propria operatività non è scandita da ritmi preimpostati ma è una risposta ad attacchi esterni impossibili da prevedere, quantunque siano mitigati dall’utilizzo di strumenti ad hoc; inoltre, i tempi di scoperta e intervento su una minaccia provocata da hacking devono essere rapidissimi (nel registro dei secondi!) per essere validi.

  1. Non sempre gode di ottima reputazione

Esiste, spesso, un ampio distacco tra la competenza del team di cybersecurity e il resto della popolazione aziendale: da una parte abbiamo coloro che invitano ad atteggiamenti che mitighino il rischio, dall’altra colleghi di diversi reparti o livelli che sottovalutano il problema; statisticamente, il team di cybersecurity soffre di un livello di stima più basso di quello di altri team presenti in azienda.

Questi tre concetti, inoltre, si esasperano in condizioni di attacchi reali, quando la pressione sale vertiginosamente e lo stress la fa da padrone.

È dunque fondamentale individuare quali risorse personali ogni componente del team deve avere: parliamo di atteggiamenti, schemi comportamentali e di pensiero, capacità di gestione dello stress, neuro agilità (sulla quale puoi leggere di più qui: Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo).

Alcune caratteristiche fondamentali per lavorare nella cybersecurity

In linea generale, un CISO (Chief Information Security Officer) si aspetta dai propri collaboratori che siano abili nell’utilizzo degli strumenti di lavoro, veloci nell’apprendimento di nuove metodologie, intuitivi nell’individuare situazioni insidiose anche quando si presentano come normali, attenti e collaborativi.

Ci sono però alcune caratteristiche fondamentali per lavorare nella sicurezza informatica che vengono spesso ignorate o sottovalutate:

  1. la capacità di comunicare e relazionarsi con i colleghi, per instillare il senso di sicurezza nelle loro menti e, quindi, convincerli ad adottare comportamenti sicuri;
  2. competenza e lucidità mentale, dal momento che gli hacker sfruttano vulnerabilità comportamentali e psicologiche, disattenzioni di operatori negligenti o superficiali a causa di abitudini lavorative consolidate e di elevati livelli di stress.

I team di cybersecurity devono, dunque, possedere competenze psicologiche maggiori e migliori del resto dei team aziendali, oltre a essere abili osservatori del cambiamento interno ed esterno all’azienda.

E queste competenze, purtroppo, non si acquisiscono con l’esperienza, poiché essa stessa è uno schema abitudinario che limita la flessibilità mentale e la capacità di pensare in modo creativo.

Un esempio pratico:

Immagina un operatore del SOC (Security Operation Center) che analizza alcuni dati proposti dagli strumenti utilizzati. Il cervello di questo operatore (e il cervello umano in generale), nell’analizzare dati e numeri utilizza l’emisfero sinistro, che ha la peculiarità logico-numerica, sequenziale e procedurale.

Una persona con un emisfero sinistro dominante farà un ottimo lavoro dal punto di vista del seguire le regole, ma avrà difficoltà a fare valutazioni più ampie, di visione d’insieme, legate intrinsecamente all’emisfero destro, più creativo ma, in questo specifico caso, meno allenato.

Se oltre alla dominanza dell’emisfero sinistro, diamo a questo operatore anche le preferenze di intelligenza logico-matematica, fisica-cinestetica e intrapersonale (delle quali puoi leggere nell’articolo Teoria delle intelligenze multiple), avrà grande difficoltà a operare in situazioni che richiedano un intervento tempestivo, un’analisi di massima e un’immediata condivisione con il resto del team.

Un operatore con queste caratteristiche neurofisiologiche può, in effetti, rappresentare un forte rischio per l’immediatezza delle informazioni e, di rimando, per la sicurezza dell’azienda, per i seguenti motivi:

  • Prima di condividere le informazioni ha necessità di analizzare il maggior dettaglio possibile, a causa della sua intelligenza logico-matematica e della dominanza dell’emisfero sinistro;
  • La preferenza di intelligenza fisica-cinestetica lo spinge a valutare intimamente ed emotivamente i propri ragionamenti;
  • Tenderà a pianificare al meglio il discorso valutando quello che è il beneficio personale prima di riuscire a esprimersi con il resto del team, a causa della preferenza di intelligenza intrapersonale.

Non c’è nulla di male, ovviamente, nell’essere fatti così e nell’esprimersi come la propria struttura neurofisiologica ci comanda.

Tuttavia, è possibile lavorare sulla propria neuro agilità per aumentare la propria flessibilità mentale e imparare a utilizzare altre preferenze di intelligenza e altre parti del cervello sebbene non naturalmente dominanti.

Questo renderebbe l’operatore più abile, permettendogli di sviluppare una migliore visione d’insieme e una maggiore rapidità di condivisione con il resto del team.

Ora, la domanda è: come si rende una persona neuro agile?

Le neuroscienze identificano la risposta nel Neuro Agility ProfileTM e nei conseguenti allenamenti specifici a partire da questo particolare assessment neuroscientifico.

Ti lascio alcuni articoli per approfondire:

Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo

Teoria delle intelligenze multiple

Come gestire lo stress

CASO STUDIO: le applicazioni del NAP in un team

emisfero dominante: qual è il tuo?

Sull'autore

Roberto Patricolo

Sono sempre stato affascinato dal perché delle cose: la curiosità sul funzionamento della natura umana e delle relazioni interpersonali mi accompagna fin dall’infanzia, ed è ora un lavoro che svolgo con passione e soddisfazione.
Credo fermamente nell’equivalenza tra benessere e produttività, a qualsiasi livello: con tutte le competenze e le esperienze che ho vissuto fino ad oggi, sono qui per renderti la migliore versione di te stesso.

Articoli Correlati

Contatti

Affidarti a me vuol dire prendere consapevolezza delle tue capacità e emanciparti dai dubbi e dalle incertezze.
Basta aspettare che le cose cambino da sole: hai già tutto quello che ti serve, permettimi di dimostrartelo.