Strategie di apprendimento: mnemonico, generativo o strutturale?

da | Mag 19, 2022

Perché alcune persone padroneggiano conoscenze relative a certi sport, ne apprendono con facilità di nuovi, ma non riescono a studiare la storia o a risolvere un problema matematico?

Perché alcune altre hanno la capacità di raccontare perfettamente un avvenimento e quando si tratta invece di disegnare si trovano in difficoltà?

Che cosa rende certe informazioni interessanti per un soggetto e noiose per un altro?

Non esiste una risposta univoca e specifica a queste domande: l’apprendimento è una trasformazione del nostro sé dal punto di vista cognitivo, emotivo e comportamentale, ed è un percorso diverso da persona a persona, essendo esso frutto dell’interazione di ognuno di noi con la realtà, i contesti sociali e il nostro sistema valoriale.

In questo articolo parlo di tre tecniche di apprendimento comuni che possono aiutarti ad apprendere più velocemente se sei uno studente, oppure a comprendere lo stile di apprendimento più adatto ai tuoi allievi se ti occupi di formazione.

In particolare, mi rivolgo ai ragazzi che stanno per uscire dalla scuola per entrare nel mondo universitario o lavorativo e anche a chi termina l’università e decide di intraprendere una carriera manageriale: il web è pieno di informazioni più o meno attendibili sull’argomento, ma ritengo sia fondamentale fidarsi del giudizio di chi, dell’apprendimento, ne ha fatto una professione!

Ti suggerisco inoltre, se ti va, di leggere l’articolo Che cos’è l’apprendimento, davvero? prima di andare avanti con questo approfondimento.

Okay, ci siamo: mettiti comodo e si comincia!

Strategie di apprendimento

Oggi ti illustro le strategie di apprendimento mnemonico, generativo e strutturale, dandole un taglio neuroscientifico e integrando i concetti delle intelligenze di Gardner, gli stili di pensiero di Sternberg e le preferenze di intelligenza delle moderne neuroscienze.

Cominciamo col dire che tutti siamo intelligenti: usiamo le intelligenze in modo preferenziale e questo è dovuto ad alcune predisposizioni del cervello e alle esperienze che viviamo. Non esiste, pertanto, un modo migliore di un altro per apprendere, esiste il tuo e basta!

È infatti vero che un intervento formativo che tenga conto delle differenze individuali , utilizzandole e valorizzandole adeguatamente, potrà mettere ognuno in condizioni di sviluppare tutte le diverse intelligenze, fino a raggiungere soddisfacenti livelli di competenza.

Apprendimento mnemonico

Le strategie di apprendimento mnemonico aiutano gli studenti a memorizzare contenuti come fatti o termini specifici: città, date importanti, lessico di una lingua straniera, e così via.

Quando lo studio ci richiede di memorizzare dati senza significato, le strategie mnemoniche ci aiutano offrendoci un mezzo per stabilire un grado di significatività di tipo associativo.

Quando, ad esempio, proviamo a ricordare un numero di telefono, cerchiamo di associarlo a qualcosa che conosciamo che ci aiuti a memorizzarlo: una data per noi importante o il numero civico di un indirizzo a noi familiare, magari.

Cosa accade nel nostro cervello? Andiamo a stimolare i nostri neuroni all’acquisizione dell’informazione attraverso la creazione di uno schema che verrà poi richiamato biunivocamente all’occorrenza: a quel dato corrisponde quello schema e viceversa.

Se ci pensi, è lo stesso ragionamento inconscio che fanno i bambini quando iniziano a parlare, o che facciamo da più grandi quando ci dedichiamo allo studio di una nuova lingua.

In un certo senso, è anche applicabile alla vendita di prodotti: un bravo venditore utilizza metafore più o meno semplici per associare il valore del prodotto o dell’azienda a qualcosa di universalmente riconosciuto e così il potenziale cliente acquisisce l’informazione e la memorizza.

Apprendimento generativo

Forse, a mio parere, la strategia generativa di apprendimento è quella che più incarna la definizione apprendimento significa evolversi.

Generare vuol dire creare, ma cosa? Un nuovo contenuto, un nuovo schema, un nuovo pensiero che si sviluppi consequenzialmente dal precedente, andando a completare un processo di apprendimento: così lo rinforza, lo arricchisce e arricchisce noi di rimando.

Un esempio è la sottolineatura, un atto fisico che associa il movimento della mano con la lettura visiva e l’acquisizione mentale del concetto. Anche ripetere ad alta voce ci aiuta a collegare la nostra voce al significato dell’informazione da apprendere.

Quando ripeti, infatti, capita spesso di riprendere il concetto che si sta cercando di esprimere, allargandolo in cerca di parole e punti di riferimento: è il cervello che si arrovella in cerca della soluzione migliore per ricordare quel concetto, incasellandolo in zone della memoria specifiche.

Un altro ottimo strumento per applicare questa strategia sono le domande: istruire gli alunni (o documentarsi personalmente) sul come prendere appunti e porsi domande su un determinato tema facilita enormemente la comprensione profonda e l’integrazione delle conoscenze acquisite.

È una tecnica alla quale faccio particolarmente affidamento nel coaching: trovo molto efficace l’uso di domande aperte per stimolare l’autoconsapevolezza e la conoscenza di sé.

Apprendimento strutturale

Arriviamo a parlare dell’organizzazione del concetto per strutture attraverso una strategia di apprendimento strutturale, appunto.

Mai sentito parlare di mappe mentali? Queste sono l’esatta corrispondenza di un concetto strutturato: individuo una nozione e la rappresento per sotto-nozioni correlate tra loro.

Trovo personalmente questa tecnica molto utile quando devo predisporre un evento, una presentazione o un seminario: mi permette, una volta completata la mia mappa mentale, di rivederla e analizzare tutti i macro-concetti, così da poter sfoltire i meno pertinenti in caso di necessità legate al tempo o alle domande dei partecipanti.

Ovviamente, per usare questa tecnica in modo efficace, è necessario capire come creare lo schema o la mappa: questo è il compito del formatore, dell’insegnante, del coach che coadiuva l’apprendimento. 

Trovo inoltre questa tecnica particolarmente incisiva se integrata con una strategia generativa!

Il lato delle strategie strutturali che apprezzo di più, infine, è la capacità di queste di ampliare l’apprendimento oltre il concetto stesso che si cerca di acquisire: utilizzando una mappa o uno schema in un contesto di formazione, non vengo solo facilitato nell’apprendimento di quel concetto specifico, ma indirettamente acquisisco una forte competenza nell’utilizzo dello strumento a tal punto da riutilizzarlo in altri ambiti, anche totalmente indipendenti dal contesto iniziale.

Come integrare le strategie di apprendimento

Non esiste, come già detto, una strategia migliore delle altre: io suggerisco di utilizzarle tutte, partendo da quella che ci sembra istintivamente più congeniale.

Integrando le strategie di apprendimento con gli stili di pensiero e le preferenze di intelligenza, possiamo diventare persone agili, dal pensiero veloce, dall’apprendimento rapido e immediato.

Ho affrontato già il tema delle intelligenze di Gardner nell’articolo Teoria delle intelligenze multiple, e stimo di ampliarlo presto con un approfondimento sugli stili di intelligenza di Sternberg, che riassume la tua teoria negli stili di autogoverno mentale: in breve, le persone hanno bisogno di governare, dirigere e controllare le proprie attività e i propri comportamenti nel modo più congeniale alla loro natura.

Questi concetti (più che innovativi rispetto alle esposizioni fatte dagli esperti trenta o quarant’anni fa) si basano sulle neuroscienze moderne, che ci forniscono un mezzo specifico per scoprire le proprie caratteristiche mentali: il NAPTM o Neuro Agility Profile (puoi leggere di più nell’articolo Neuro-Agility Profile: cos’è e perché è importante conoscerlo).

Il succo della questione è che tutti siamo intelligenti, solo che utilizziamo le nostre intelligenze in modo diverso. Lo stesso Einstein ci ha lasciato una frase tanto provocatoria quanto veritiera: Ognuno di noi è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.

Trovo davvero intrigante sapere come gli studi sulle neuroscienze evolvono e addirittura trasformano i vecchi paradigmi che coinvolgono la vita dell’essere umano.

Io, da studioso e coach, utilizzo queste conoscenze per aiutare le persone, in questo caso gli studenti e i giovani che vogliono intraprendere una carriera lavorativa soddisfacente.

Allo stesso tempo, mi piace razzolare ciò che predico: il risultato del mio NAPTM, oggi, mi inquadra come una persona con un cervello flessibile al 100% e con una capacità di apprendimento rapida e immediata, prediligendo per mia costituzione di neuro-design il modello generativo, di visione di insieme, di acquisizione delle informazioni ed esperienziale.

Il tuo quale sarà?

Sull'autore

Roberto Patricolo

Sono sempre stato affascinato dal perché delle cose: la curiosità sul funzionamento della natura umana e delle relazioni interpersonali mi accompagna fin dall’infanzia, ed è ora un lavoro che svolgo con passione e soddisfazione.
Credo fermamente nell’equivalenza tra benessere e produttività, a qualsiasi livello: con tutte le competenze e le esperienze che ho vissuto fino ad oggi, sono qui per renderti la migliore versione di te stesso.

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